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L’algoritmo, questo sconosciuto

in Le interviste di Altramarca SHARE

Che cosa rende virale una foto su Instagram o un video su Youtube? Potremmo dire che ci sono tanti fattori come la fama di chi scrive, il numero dei follower e l’originalità del contenuto. Ma c’è un elemento che a parità di condizioni può fare la differenza: la conoscenza delle regole di funzionamento dei social network, l’algoritmo.

Alessandro Prunesti

L’abbiamo chiesto ad Alessandro Prunesti (qui il suo sito). Digital Manager, laurea in Comunicazione istituzionale e d’impresa alla Sapienza di Roma, che si occupa da oltre 10 anni di comunicazione e marketing digitale e svolge attività di consulenza e formazione. Ha al suo attivo una serie di pubblicazioni  su comunicazione e marketing con le Edizioni Franco Angeli. Attualmente è docente di “Digital marketing” all’Università Europea di Roma.  Lavora  ogni giorno per connettere tra loro persone e aziende attraverso le tecnologie digitali.

Che cos’è un algoritmo?

Un algoritmo è un complesso sistema di regole che consente di attivare specifiche azioni, o risposte, in base a determinati stimoli e/o richieste che vengono effettuate da un utente o da altri sistemi automatizzati. Gli algoritmi sono uno dei sistemi di intelligenza artificiale che si stanno evolvendo più rapidamente. Oggi ci aiutano in diverse attività, come ad esempio: le ricerche su Google, oppure ci propongono messaggi pubblicitari relativi a prodotti per i quali abbiamo manifestato interesse, o ci propongono o i suggerimenti delle canzoni da ascoltare su Spotify.

Alessandro, prendiamo Facebook, Instagram e Twitter: come funzionano i rispettivi algoritmi?

L’algoritmo di Facebook acquisisce un quantità enorme di informazioni su di noi (attività, interessi, comportamenti), che noi cediamo a Facebook in modo più o meno consapevole.

In base ai nostri interessi, comportamenti, contenuti che condividiamo, amici con i quali siamo in relazione, gruppi e pagine che seguiamo, Facebook tende a mostrarci solo i contenuti che il suo algoritmo ritiene più pertinenti per noi, e in particolare i post che ricevono maggiori interazioni, soprattutto se vengono interagiti con i “mi piace” o i “commenti” da parte dei nostri amici.

L’algoritmo di Facebook, inoltre, tende a dare maggiore visibilità a specifiche tipologie di contenuti perché ritiene che garantiscano una esperienza più gratificante degli utenti sulla piattaforma: si tratta in particolare dei video.

Pubblicare un video, invece che un semplice “post”, tenderà ad ottenere una maggiore visibilità da parte dei nostri amici o Fan su Facebook.

Instagram fa parte di Facebook, e l’algoritmo che governa questa piattaforma è molto simile. In particolare, per Instagram risultano essere molto potenti le “storie”. Sono contenuti che si auto-cancellano dopo 24 ore, e che possono essere arricchiti da personalizzazioni multimediali (scritte, immagini gif, disegni).

La cosa fondamentale da comprendere è che la comunicazione sui social si sta facendo sempre più visiva e interattiva. Sempre meno persone sono disposte a leggere, sempre più persone preferiscono “guardare” un contenuto anziché leggerlo.

In modo simile alle altre piattaforme, Twitter tende a dare maggiore visibilità ai contenuti che sono più interagiti, soprattutto se questi sono recentissimi. I contenuti più vecchi tendono a sprofondare nell’oblio di questa piattaforma, sostituiti da quelli più recenti.

Twitter è uno strumento molto efficace se viene utilizzato per una conversazione aperta a tutti, in tempo reale, con chiunque. Per questo viene utilizzata dalle aziende per fare Customer Care, o dai politici per entrare direttamente in contatto con i loro cittadini/elettori.

Anche Google ha un algoritmo? Come si fa a posizionarsi nelle prime pagine?

L’algoritmo di Google è estremamente complesso e difficile da riassumere in poche righe. Fondamentalmente, i risultati delle ricerche che vediamo comparire su Google sono il risultato di tantissimi fattori. Per posizionarsi nelle prime pagine di questo motore di ricerca è indispensabile:

Realizzare un sito web di qualità, che garantisca un caricamento veloce dei contenuti e che si adatti all’utilizzo da dispositivi mobile (smartphone in primis).

Fare costantemente attività SEO (Search Engine Optimization). Ciò realizzando contenuti di qualità che siano in grado di intercettare, attraverso l’uso delle “parole chiave”, gli interesse e le ricerche effettive degli utenti.

Crescere in autorevolezza, facendo si che altri siti web, a loro volta autorevoli, creino dei link verso il nostro, perché riconoscono in noi una distintiva qualità dei nostri contenuti su specifici argomenti, e per questo scelgono di “citarci” attraverso i link.

Intervista di Valentina Raffa

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