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Dalla radio a Instagram: i pontefici della comunicazione

in Chiesa SHARE

In questi ultimi dieci anni i social media hanno rappresentato una significativa evoluzione nel campo delle comunicazioni, proprio come la stampa e il telefono hanno fatto prima. Oggi, grazie ai social, abbiamo la possibilità di essere in continua relazione e comunicazione con il mondo. Non si tratta di una moda passeggera; tra qualche anno gli strumenti  si evolveranno, ma le novità comunicative portate in campo dai social non cambieranno facilmente.

In merito a questa trasformazione digitale, nel 2014 papa Francesco ha avuto modo di dichiarare: «in questo mondo, i media possono aiutare a farci sentire più prossimi gli uni agli altri; a farci percepire un rinnovato senso di unità della famiglia umana che spinge alla solidarietà e all’impegno serio per una vita più dignitosa. […] In particolare internet può offrire maggiori possibilità di incontro e di solidarietà tra tutti, e questa è una cosa buona, è un dono di Dio. Esistono però aspetti problematici: la velocità dell’informazione supera la nostra capacità di riflessione e giudizio e non permette un’espressione di sé misurata e corretta».

Anche la Chiesa in questi ultimi anni si è aperta al mondo de digitale. Sono tanti i documenti ecclesiali nei quali la Chiesa riconosce nei mezzi di comunicazione tradizionali e innovativi una grande potenzialità, chiaramente se utilizzati in modo costruttivo e consapevole.

Oggi papa Francesco è presente in diversi social. Ma questa è solo l’ultima tappa del percorso che la Chiesa negli anni ha avuto con i mezzi di comunicazione “moderni”. Infatti, ci sono stati diversi momenti in cui la Chiesa si è dimostrata sensibile ai media. Di seguito riportiamo quattro importanti eventi in merito al rapporto Chiesa e Comunicazione.

Papa Pio XI e il primo radiomessaggio

Significativo il primo radiomessaggio “A tutte le genti e a ogni creatura” di Pio XI del 12 febbraio 1931, nel quale il pontefice ha comunicato ai fedeli l’importanza dell’invenzione di Marconi. Pio XI è stato così il pioniere nell’uso della radio. Da sottolineare che qualche anno prima, nel 1929, lo stesso pontefice con la lettera enciclica “Divini illius magistri” aveva posto l’attenzione sugli aspetti positivi e negativi del cinematografo come strumento per l’educazione cristiana della gioventù.

Giovanni Paolo II e il mondo digitale

San Giovanni Paolo II, verso la fine del suo pontificato ha guidato la Chiesa a entrare nel mondo digitale. Emozionante l’immagine che lo ritrae davanti ad uno dei primissimi personal computer. Nel 1998 scriveva: «Il mondo dei media, in seguito all’accelerato sviluppo innovativo e all’influsso insieme planetario e capillare sulla formazione della mentalità del costume, rappresenta una nuova frontiera della missione della Chiesa». Questa missione negli anni successivi è stata effettivamente portata a termine grazie ai suoi successori e grazie all’avvento del web 2.0.

 

Benedetto XVI: il papa di Twitter

A distanza di ottantuno anni dal primo radiomessaggio di Pio XI, il 12 dicembre 2012 Benedetto XVI ha pubblicato il suo primo tweet. «Cari amici, è con gioia che mi unisco a voi via Twitter. Grazie per la vostra generosa risposta. Vi benedico tutti di cuore». Questo il testo del primo messaggio lanciato dall’account @pontefix. In seguito l’account è stato riattivato da papa Francesco che, qualche giorno dopo l’elezione, ha pubblicato il seguente messaggio: «Cari amici vi ringrazio di cuore e vi chiedo di continuare a pregare per me. Papa Francesco».

Il portale della Santa Sede “Vatican News” riporta che al momento l’account Twitter del Papa è attivo in nove lingue: inglese, spagnolo, italiano, portoghese, francese, polacco, latino, tedesco e arabo.

Papa Francesco e il social dei giovani

Dal 2016 papa Francesco è presente anche nel social network più abitato dai ragazzi. Infatti, l’account Instagram @Franciscus è stato aperto in occasione del Giubileo della Misericordia e della Giornata Mondiale della Gioventù che quell’anno aveva coinvolto più di 3.000.000 giovani pellegrini a Cracovia. Il suo primo messaggio: «Inizio un nuovo cammino, in Instagram, per percorrere con voi la via della misericordia e della tenerezza di Dio».

Questi episodi rappresentano un concreto invito ai fedeli, e ai diversi piani delle comunità ecclesiali, a utilizzare in modo efficace gli strumenti di comunicazione. «Non sarà quindi obbediente al comando di Cristo chi non sfrutta convenientemente le possibilità offerte da questi strumenti per estendere al maggior numero il raggio di diffusione del Vangelo» riporta l’istruzione pastorale “Communio et Progressio” del 1971. Mentre nella più recente istruzione pastorale “Aetatis Novae” del 1992: «La Chiesa si sentirebbe colpevole davanti al suo Signore se non adoperasse questi potenti mezzi, che l’intelligenza umana rende ogni giorno più perfezionati».  

 

Jacopo Masiero

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